GIARDINO DEL CAMPIDOGLIO
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Questo giardino si arrampica sulle pendici del colle del Campidoglio, al centro di Roma.
Nel medioevo in questa zona del Campidoglio pascolavano capre e pecore, da cui probabilmente deriva il nome Monte Caprino. qui si sviluppa il sito archeologico omonimo, in cui si possono vedere gli archi di un antico portico che costituiva il mercato degli erbaggi dell'antica Roma. Ampie grotte scavate nella roccia della Rupe Capitolina, sono caratterizzate da porzioni di muri in pietra, tracce di antiche costruzioni demolite negli anni Trenta. I frati dell'Aracoeli coltivavano i loro ortaggi su queste brulle scogliere. Infatti, tranne per alcune palme, la vegetazione era composta da arbusti, cespugli da fiore e cactacee.
I primi lavori per trasformare questa rupe in un giardino furono eseguiti nel periodo del pontificato di Pio IX (1846-1878).
Nel 1878, furo incaricati l'architetto comunale Gioacchino Ersoch e il capo giardiniere Augusto Formilli, di costruire un pergolato ricoperto di piante, che portasse alla piazza del Campidoglio, per proteggere i passanti dal sole nei mesi caldi. La pergola con tubi in ferro fù costruita a ridosso della sacala dell'Aracoeli ed ultimata nel luglio del 1881.
Nel 1919 fu nominata una commissione per definire un progetto per nuove fabbriche degli uffici capitolini, per la sistemazione del colle e delle sue adiacenze, e l'assetto definitivo per il versante ad est del Campidoglio.
A partire dal 1931 partirono i cantieri di trasformazione del colle nella forma che oggi vediamo. I lavori, che terminarono nel 1943, furono seguiti sostanzialmente dall'ufficio Antichità e Belle Arti del Governatorato, diretto da Antonio Munoz, che entrò nel dettaglio della sistemazione a verde. Munoz si discostò dalle indicazioni fornite dalla commissione che suggeriva un altura "scoperta e popolata solo di sparsi ruderi", piantando alberi e arbusti.
Percorrendo la scalinata che porta ai Musei Capitolini sulla sinistra si può vedere la statua in bronzo di Cola di Rienzo, realizzata da Gaetano Masini. Il basamento è di Francesco Azzurri, costituito da elementi scultorei ed epigrafi.