I giardini del trionfo a Granada sono un luogo di relax e tranquillità nel caos della città. La vegetazione comprende più di duecento alberi, divisi in diciassette specie diverse, tra cui: olmo montano, magnolia, gelso bianco, robinia e cipresso dell'arizona.
L'area ha subito diverse traformazioni nel corso dei secoli, avvenute quasi sempre in seguito ad episodi di guerra o sanguinose conquiste. Nell'antichità vi si trovava una basilica visigota, ma in seguito alla sua demolizione questa venne trasformata in un cimitero mussulmano, durante l'occupazione del luogo da parte dei popoli islamici. La zona fu di nuovo conquistata dalle popolazioni cristiane, durante il periodo della Reconquista, e il cimitero fu eliminato; alcune chiese ed edifici nobiliari furono costruiti intorno allo spiazzo dove ora si torva il giardino.
Durante l'invasione francese napoleonica, nel Diciannovesimo secolo, fu impiegato come luogo per le esecuzioni. Nel 1831 infatti vi venne giustiziata la famosa eroina spagnola per la libertà, Mariana Pineda. Nel 1856 il luogo fu trasformato in un parco, dietro ordine del sindaco di Granada, Manuela Gadea Subiza.
Per più di un secolo i giardini furono lasciati in stato di parziale abbandono. Furono recuperati solo negli anni Cinquanta: il monumento dell'immacolata concezione della Vergine del trionfo fu trasferito in questo luogo dalla sua precedente dimora, di fronte a porta Elvira. L'opera  in questione raffigura la Vergine Maria in atto di preghiera che svetta al centro di una fontana.